Alcuni studi dimostrano che la lettura condivisa crea circuiti cerebrali nuovi e aumenta la massa neurale dei bambini piccoli.
Il complesso di conoscenze, attitudini e abilità necessarie per sviluppare le abilità di lettura, si sviluppa progressivamente nei primi anni di vita (emergent literacy), su basi geneticamente determinate e in relazione con quanto offre l’ambiente, in particolare dal punto di vista della stimolazione verbale.
L’esperienza della lettura condivisa contribuisce, soprattutto nelle primissime epoche della vita, a definire l’architettura delle circonvoluzioni cerebrali, favorendo la determinazione di competenze e indirizzando tratti del carattere, in definitiva associandosi alla genetica nel definire come funziona il nostro cervello, e quindi chi siamo.
L’apprendimento inizia già in utero, i neonati a termine hanno già memorizzato la voce materna e sono sensibili alle proprietà prosodiche della loro lingua madre.
Gran parte delle basi per l’apprendimento del linguaggio vengono poste nel 1° anno di vita sulla base dell’esposizione al linguaggio familiare. Assieme a questo vengono appresi gli elementi di fonologia, prosodia e segmentazione delle parole che costituiscono i presupposti della lettura. Cioè il cervello del bambino si attrezza per processare gli stimoli verbali, prima ascoltati e poi visti, prima di imparare a leggere. La consapevolezza fonologica è l’abilità più predittiva delle abilità di lettura.
Nei bambini che possono giovarsi di un ambiente familiare dove la pratica della lettura è più precoce, frequente e di qualità vengono stimolati e quindi sviluppati circuiti neuronali più robusti a supporto della narrazione.
L’attivazione di aree cerebrali specifiche quando si ascolta una storia e quindi la capacità di “vedere” quanto si sta ascoltando, quell’incantamento che i bambini provano durante l’ascolto di una storia, migliora la comprensione narrativa e la capacità di ricordare, ciò è correlato alle abilità di lettura a 11 anni.
Nati per Leggere Piemonte si propone di garantire il diritto dei bambini ad essere protetti non solo dalla malattia e dalla violenza, ma anche dalla mancanza di adeguate occasioni di sviluppo affettivo e cognitivo, attraverso sane relazioni adulto-bambino mediate da buoni libri.
Ogni anno propone Storie Piccine, una settimana di letture ad alta voce di storie, fiabe, racconti e filastrocche, nei luoghi frequentati dai bambini piccoli e dalle loro famiglie (nidi, biblioteche, ospedali, ambulatori pediatrici).